La parodontite: diagnosi e terapia
Il sanguinamento gengivale può essere uno dei primi segni della parodontite o piorrea, una malattia che, se non curata, può portare alla mobilità ed alla perdita dei denti.
Caratteristica della parodontite è la distruzione dei tessuti di sostegno dei denti che, nella maggior parte dei casi, è irreversibile.
Fattori predisponenti sono il fumo e alcune patologie sistemiche, diabete e alcuni farmaci.
Esistono diverse forme di parodontite che richiedono una diagnosi differenziale.
Diagnosi
Si misura anche di quanto i tessuti gengivali si sono “ritirati” rispetto alla loro posizione originale.
La radiografia Ortopanoramica o la TAC cone beam possono essere richiesti per valutare l’osso e le radici dentali. Anche le radiografie endorali periapicali trovano indicazione in questa fase.
L’analisi del DNA batterico è un metodo recente e indolore che aiuta nella diagnosi e nel monitoraggio della parodontite. Il DNA analizzato è quello del “red complex”, un gruppo di batteri considerato particolarmente attivo in caso di parodontite. Sono in corso studi per aggiornare la conoscenza della microbiologia in parodontologia.
Il metodo è indolore in quanto non richiede incisioni o iniezioni. Con un cono di carta assorbente si effettua un prelievo del materiale presente nelle tasche parodontali. Tale materiale viene inviato ad un laboratorio specializzato in analisi del DNA ed i risultati sono disponibili dopo pochi giorni .
Anche il DNA umano del paziente può essere prelevato ed analizzato nella stessa maniera, per valutare una possibile predisposizione alla parodontite.
Terapia
I primi appuntamenti servono ad eliminare, se possibile, i fattori che favoriscono la parodontite e/o che impediscono una corretta igiene orale.
La terapia parodontale mira principalmente ad arrestare la progressione della malattia e se possibile alla ricostruzione dei tessuti danneggiati. La rigenerazione tissutale però non è sempre possibile o completa.
La terapia causale e meccanica iniziale prevede la rimozione del tartaro, dei tessuti infetti e dei fattori di accumulo di placca e tartaro.
Gli antibiotici, anche per uso topico, possono essere utilizzati dopo la prima fase di preparazione o come ausili della terapia meccanica.
La terapia chirurgica può seguire infine per modificare i tessuti. Possono essere utilizzate membrane, osso sintetico o autologo.
In alcuni casi, ad esempio per esigenze estetiche, le radici esposte possono essere coperte nuovamente.